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Il volume ripercorre le tappe principali del pensiero giuridico romano in rapporto alla creatura in utero, individuando il costante riferimento ad essa di specifici diritti, destinati a venire concretamente fruiti con la nascita. Ricostruisce, perciò, in primo luogo l'orientamento giustinianeo, diretto a configurare nella situazione del nascituro ed in quella del nato stadi diversi di un processo vitale caratterizzato da intrinseca continuità: rileva, sotto questo profilo, un non trascurabile cambiamento rispetto al diritto romano dell'età classica, il quale, una volta preso atto dell'autonoma identità del concepito implicita nell'ordinamento giuridico, era portato a giustificare i diritti da questo conferitigli proiettando su di lui l'immagine dell'individuo già venuto alla luce, sul presupposto di un felice esito della gravidanza